domenica 10 maggio 2009

Travaglio c'è...

L'associaziomarcotravaglione della stampa tedesca attribuisce al giornalista e scrittore italiano Marco Travaglio il premio di quest'anno per la libertà di stampa; questa la decisione dei sette membri della giuria dell'associazione.

"Onoriamo in Marco Travaglio un collega coraggioso e attento, che si impegna contro tutti gli ostacoli per difendere la libertà di stampa in Italia" così Michael Konken, presidente dell'associazione della stampa tedesca, motiva la decisione.

La notizia trapela a stento nel Bel Paese. Per scoprirla bisogna spulciare alcuni giornali e i siti web. I Tg come da tradizione non trovano che uno spazietto da dedicargli.
Come dargli torto: vogliamo omettere che il signor David Beckham ha tradito ancora una volta l'ex posh spice, con una super modella ungherese, proprio alla vigilia del decimo anniversario di matrimonio? Possiamo continuare a vivere tranquilli senza sapere che da qualche parte nel mondo qualcuno gioca a polo in spiaggia? E dove mettiamo Michelle Obama e le sue scarpe extra lusso?
Non sarà invece che Travaglio è un personaggio scomodo? E' uno dei pochi che in Italia non ha paura di dire ciò che pensa, non ha paura di fare domande. La sua principale area di interesse è la cronaca giudiziaria, dalle questioni legate all'antimafia, ai fenomeni di corruzione.

Con i suoi libri, i suoi articoli, i suoi interventi televisivi ha suscitato le ire dei politici, spesso senza distinizone di schieramenti. Celebre la sua intervista, del 14 marzo 2001, al programma di Daniele Luttazzi, Satyricon, durante la quale hpresentato il suo libro L'odore dei soldi (un'inchiesta sull'origine, sospetta, dell'arricchimento di Silvio Berlusconi) e che fu la causa della rimozione del programma che lo ha ospitato dai palinsesti Rai.


silvioProtagonista qualche anno dopo (10 maggio 2008) del programma di Fabio Fazio Che tempo che fa, viene querelato dal neo Presidente del Senato Renato Schifani, accusato (e non dal solo Travaglio) di aver avuto rapporti societari con persone a vario titolo collegate con attività mafiose.
Con l'ironia che lo contraddistingue il giornalista commenta così il riconoscimento ottenuto "...il premio per la libertà di stampa che viene dato ogni tre anni ..oltre a inorgoglire me deve inorgoglire anche il nostro paese, che è entrato nel club dei paesi nei quali viene considerato strano un giornalista che fa il giornalista, era successo sei anni fa alla Russia e tre anni fa alla Serbia, adesso è successo all’Italia..."



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